Il titolo del post è più lungo rispetto alla cifra stilistica del Blog, ma il concetto non era sintetizzabile in maniera diversa.
Un modesto avvocato, prima Arlecchino servitore di due padroni, poi Azzecca-garbugli ed infine novello Napoleone, fornisce una eloquiosa narrazione della finanziaria in fase di laboriosa elaborazione che nulla è più diversa dai suoi provvisori, traballanti e contraddittori contenuti.
Giuseppi parla di sviluppo, equità, redistribuzione – una sorta di new deal nostrano – come degli ambiziosi obiettivi di una legge di bilancio che al momento nulla è se non una sgualcita tela di Penelope.

La triste realtà è che Giuseppi non mente, semplicemente non sa di cosa sta parlando.
Giuseppi è in totale ed assoluto stato di distacco dalla realtà, una sorta di stato confusionale al quale reagisce con un fastidioso atteggiamento arrogante e presuntuoso.
Purtroppo la rottura è prolungata, come quei cavalli che presi dalla foga di correre abbandonano il passo del trotto e si mettono a galoppare, anche se le regole della competizione lo vietano espressamente.
La situazione politica in Italia è grave a non è seria, direbbe il grande Ennio Flaiano.
iRoby